Biglietti:
intero € 18, Carta Più Feltrinelli € 15, ridotto € 12, allievi Scuola di teatro Binario 7 € 10, under 18 € 6
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Albania. C'è una donna, Lireta si chiama. C'è una donna che guarda oltremare cercando un brandello d'Italia, anche solo una luce.
C'è un gommone che parte e la donna sta in mezzo agli altri sul mare. Tra le braccia ha una bimba, che neanche tre mesi di vita e si trova sull'onda, nel nero di un cielo senza luna.
Ogni onda che arriva, il mare s'ingrossa più ancora. E più forte è il terrore di perdersi la bambina dalle mani. Ogni volo sull'onda, precede uno schianto sull'acqua arrabbiata e ogni schianto è un ricordo.
Ricordo di un padre con l'alcool e la mano facile, un padre che serra i figli sotto chiave mentre picchia la moglie. Ricordo di un matrimonio con chissà chi, matrimonio combinato tra famiglie, senza che lei possa dire parola. Ricordo di un fuga da casa e di un innamoramento, "che io" le diceva lui "se mi ami ti porto in Italia". Ricordo di quando con lui e con la bimba in braccio, decidono di prendere quel gommone che adesso aggredisce le vette del mare, enormi, ringhianti, che ogni volta che sei sulla cima butti l'occhio lontano sperando una luce di Puglia. E Lireta non cede e si serra più forte la bimba sul petto.
Ed è qui che tutto si sospende: un’intera esistenza passa davanti agli occhi, in quel tempo infinito passato per aria - sospesi - prima del contatto con quel mare che è morte, che è vita nuova.
Paola Roscioli è finalista ai Premi Ubu 2017 come miglior attrice per Lireta.
Versoterra - a chi viene dal mare, progetto di Mario Perrotta di cui fa parte Lireta è finalista ai Premi Ubu 2017 come miglior progetto curatoriale.
Quando ho conosciuto Lireta Katiaj al Premio Pieve nel 2012 mi sono innamorato immediatamente della sua storia, che contiene in sé tutte le stigmate del migrare: dalle ragioni fino alle conseguenze di una scelta così forte come quella di lasciare la propria terra.
In questi tre anni sono tornato spesso sul suo diario, fino a quando quel volo in acqua con una bimba di soli tre mesi in braccio non ha fatto cortocircuito con l’immagine violenta che la cronaca recente ci ha imposto per settimane su ogni mezzo di informazione: il corpo di quel bambino di soli tre anni riverso sulla spiaggia con la faccia nella sabbia. È stato uno schianto: il volo di Lireta, il bimbo sulla spiaggia e mio figlio, tre anni anche lui, che dorme tranquillo nel suo lettino. Da quel momento non ho potuto più tenere insieme queste tre immagini senza avvertire un malessere forte, fisico. E quando accade questo, so che spetta al teatro il compito di sciogliere il nodo allo stomaco.
Ma per poter scrivere di Lireta, c’era bisogno di maneggiare la materia a lungo, ragionare a più voci e in diverse forme e allora il pensiero è corso subito a un progetto che unisse l’invenzione teatrale con la realtà dei luoghi, delle facce e delle voci di chi, ieri e oggi, ha scommesso sulla vita attraversando il mare.
È nato così Versoterra, un progetto articolato che ha coinvolto tutto il Salento e che ha visto, fianco a fianco, artisti di molte forme d’arte e immigrati, emigranti salentini e scrittori, scuole di ogni ordine e cineasti. Qui è nato Lireta. A chi viene dal mare, lascito permanente del progetto.
Mario Perrotta
Dal diario di Lireta Katiaj
e altri milioni di diari mai scritti
drammaturgia e regia
Mario Perrotta
con
Paola Roscioli
e con
Piergiacomo Buso, chitarra
Fabio Uliano Grasselli, contrabbasso
aiuto regia
Alessandro Migliucci
luci
Eva Bruno
suoni
Mirco Mora
costumi
Sabrina Beretta
produzione
Permàr / La Piccionaia / dueL
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